La cartapesta ha origini antichissime. Le prime tracce della lavorazione della carta ci portano in Cina, nel II secolo a.C. Proprio negli stessi luoghi in cui la carta era stata scoperta.
La tradizione e l’utilizzo del termine nella nostra lingua ci ha portati a immaginare il Papier-Mâché come materiale fragile, di scarsa longevità. Nulla di più sbagliato. Alcuni oggetti che subirono trattamenti impermeabilizzanti a base di resine sono giunti sino a noi, perfettamente conservati, dopo secoli.
In Oriente la cartapesta era addirittura utilizzata per creare vasi, scodelle, suppellettili ed elmi.
La cartapesta è un materiale ottenuto dalla mescola di pezzi di carta con sostanze collose. L’amalgama risultante viene modellato, lavorato e fatto asciugare. Una volta ottenuta una consistenza solida, simile al legno, il Papier-Mâché può essere lavorato: limato, levigato, laccato, dipinto o sottoposto a qualsiasi trattamento necessario per ottenere l’oggetto che si desidera produrre.
Seppure in italiano non esista una differenza lessicale, esistono due tipi di cartapesta: Papier-Mâché (carta masticata, pestata) e Papier-Collé (carta incollata). Il Papier-Collé prevede che la carta non sia ridotta in pezzi e pestata, ma sovrapposta in fogli alternati a strati di colla. Quest’ultima tecnica è nota per le maschere veneziane: sono infatti realizzate da abili artigiani proprio con la cartapesta.
I Mastri Artigiani nel corso del tempo hanno dimostrato quanto versatile e duttile sia il Papier-Mâché. Si possono realizzare elementi decorativi, utensili, statue, oggettistica e, non ultimi, gioielli.
Un ulteriore vantaggio della cartapesta è la resistenza. Si tratta di un materiale robusto, strutturalmente resistente: basti pensare agli enormi carri allegorici che sfilano durante il Carnevale in molte località d’Italia. Strutture enormi, in grado di resistere a sollecitazioni, torsioni e spostamenti.
La cartapesta si presta inoltre a ricevere trattamenti di varia natura: laccatura, verniciatura, levigatura, intarsiatura e molte altre lavorazioni.
Nel nostro paese la tradizione del Papier-Mâché è piuttosto recente. La maggior parte della produzione rintracciabile nelle botteghe proviene dall’Inghilterra, dove, in periodi storici anche lontani, esisteva una diffusa scuola produttiva di grande diffusione.
Principali centri italiani dove l’arte del Papier-Mâché è diffusa sono: Venezia per le famose maschere, Napoli per i presepi, Lecce per le statue che raffigurano soggetti sacri, Viareggio per le tradizionali creazioni carnevalesche.
Sfatiamo un mito: la cartapesta non è per nulla un materiale facilmente deperibile. Con opportuni trattamenti può resistere al deterioramento dovuto al trascorrere del tempo, senza perdere integrità e compattezza. Si sono conservati sino a oggi oggetti di più di 300 anni.
Leggerezza e solidità sono caratteristiche proprie di questo materiale. È bello pensare che abbia la stessa natura dei sogni: eterea, ma in grado di accompagnarci per una vita intera.
Per produrre il Papier-Mâché occorre scegliere carta di ottima qualità. Il primo passaggio consiste nel frantumare i fogli, impastarli a lungo con colle naturali e macerare il composto ottenuto per oltre una settimana.
L’impasto viene lavorato a mano dal Mastro Artigiano: comprimendo con le dita porzioni di amalgama, l’artista riesca a dare agli oggetti la forma desiderata. Per realizzazioni particolarmente complesse e dettagliate vengono utilizzati negativi in gesso, all’interno dei quali si pone la cartapesta. Questi negativi imprimono per compressione l’aspetto che si intende dare agli oggetti.
Una volta lavorato, il composto viene fatto essiccare in ambienti adeguatamente ventilati. Il processo di essiccazione è seguito scrupolosamente dal Mastro Artigiano: la perdita progressiva di liquidi potrebbe modificare forme e volumi, e un attento artista sa bene come e quando intervenire per porre rimedio.
Conclusa la fase di dell’impasto, l’artigiano procede a perfezionare l’oggetto. Si susseguono passaggi di rifinitura con carta abrasiva a grana grossa, poi sempre più fine. Particolari intagli o disegni vengono effettuati con fresini e punte per definizione.
L’ultima fase dei lavori prevede la decorazione dell’oggetto ottenuto. Pittura, laminatura con metalli preziosi, a seconda del design dell’artista.